BIO
Marco e Stefano Bonfanti sin dagli inizi della loro carriera artistica suonano stabilmente in duo, riscuotendo ovunque ampi consensi da parte di pubblico, critica specializzata e riconosciute personalità del mondo della musica.
Dal 1990 ad oggi il duo ha tenuto concerti per importanti istituzioni musicali in Italia e all’estero (Spagna, Francia, Gran Bretagna, Svizzera, Polonia, Slovenia, Serbia, ecc), esibendosi nei più prestigiosi Festival Internazionali e sale da concerto.
Numerose le loro affermazioni in concorsi nazionali ed internazionali, tra i quali il IV
Certament International de Guitarra "Vila de L'Olleria" (Spagna), il “Mauro Giuliani” di Bari, l’ “Ebe Cazzaniga Ansalone” di Abbiategrasso, i concorsi internazionali di Isernia, Savona e Gorizia, il “Rospigliosi” di Pistoia, i concorsi di Voghera e Castelfidardo, nonché il primo premio assoluto al concorso indetto dalla Yamaha Music Foundation of Europe.
La loro formazione musicale si è svolta inizialmente nella classe di Massimo Laura, presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Como, dove si sono diplomati, e successivamente frequentando il Corso Triennale di Solista presso la Musikhochschule di Lugano, dove hanno conseguito entrambi il prestigioso "Solistendiplom"; si sono inoltre perfezionati con illustri concertisti come Oscar Ghiglia, Alberto Ponce, Eduardo Fernandez, Carlo Marchione.
Fondamentale per la formazione artistica del duo l’incontro con Paolo Pegoraro e Stefano Viola presso l’Accademia Tarrega di Pordenone, dove Marco&Stefano si sono perfezionati per diversi anni, come pure l'incontro con Pavel Steidl che li ha spinti ad approfondire lo studio del repertorio dell'ottocento, che propongono regolarmente in concerto suonando su strumenti d'epoca.
Si sono esibiti con svariati ensemble cameristici e hanno collaborato, anche in veste solistica, con prestigiose orchestre, tra le quali l’Orchestra della Radio Svizzera Italiana (in diretta radiofonica per RSI), l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano (anche sotto la direzione di Riccardo Muti), l'Orchestra Sinfonica del Friuli Venezia Giulia, l’Orchestra del CSI di Lugano, la Camerata dei Laghi, l'Ensemble 440, Le Cameriste Ambrosiane, i Cameristi di Como, l'Orchestra Alchimia, ecc.
Oltre alle registrazioni radiofoniche, hanno inciso per l'etichetta discografica MAP, il CD “¡Ottocento!”, che ha ricevuto entusiastiche recensioni della critica specializzata: la rivista “Chitarra Classica” li ha definiti come “… affermata realtà del concertismo internazionale”.
Hanno da poco ultimato l’incisione di due cd contenenti musiche di G. Albini e di G. Manzi, ed inoltre il cd “Recital” registrato insieme al violinista Davide Alogna (Phoenix Classics); notevole successo ha riscosso anche il cd prodotto dalla Brilliant Classics contenente il Concerto per due chitarre, violino e archi di G. Albini, che Marco&Stefano hanno registrato accompagnati dalle Cameriste Ambrosiane.
Hanno inoltre registrato due cd con musiche di G. Mirto e S. F. Lavia per la Sinfonica, registrato dal vivo un DVD per l’Ateneo della Chitarra di Milano e un cd per la Guitart Label con musiche di R. Iervolino.
Nel corso della loro carriera hanno stimolato molti compositori (tra i quali U. Bombardelli, G. Drozd, G. Spriano, M. Reghezza, G. Manzi, G. Albini, S. Gianzini, N. Jappelli, ecc.) a scrivere per il duo, contribuendo così ad arricchire il repertorio per due chitarre; le Edizioni VP Music Media di Firenze hanno dedicato al Duo una collana dal nome "Duo Bonfanti Guitar Collection".
Hanno tenuto a battesimo più di trenta composizioni per e con chitarra in prima esecuzione assoluta.
Svolgono parallelamente intensa attività didattica presso il conservatorio Puccini di Gallarate, la Fondazione Musicale Appiani di Monza, la Scuola di Alto Perfezionamento M. Giuliani di Seveso, oltre a tenere numerose masterclass in tutta Italia e all'estero.
"Chitarra Classica" n. 2
"Il duo è noto ormai dal pubblico chitarristico non più come emergente, ma come affermata realtà del concertismo internazionale, essendosi distinto in numerosi concorsi nazionali ed internazionali"
Intensa l’interpretazione con ampio spirito romantico e cantabile del Duo Bonfanti delle polacche di Giuliani, virtuosistica e grintosa quella delle impegnative Variazioni Concertanti"
"due chitarre che grazie ad una perfetta intesa, equilibrio e chiarezza di suoni diventano un unico strumento"
"Seicorde" n. 82
"Se qualcuno avesse ancora dubbi sull'efficacia e la bellezza del repertorio dell'Ottocento, può fugarli ascoltando questo bel disco dei fratelli Stefano e Marco Bonfanti, due giovani che da tempo si sono segnalati nel panorama concertistico italiano.
Il loro cd propone un programma interamente dedicato a musiche dell'Ottocento per due chitarre ed è realizzato con una maturità che colloca questa formazione già da questo esordio come una delle più interessanti in Italia, sia dal punto di vista strettamente strumentale sia per la sua qualità musicale"
"Ascolto catturato l'esecuzione del prezioso Duo op. 31 n. 3 di Antoine de Lhoyer, compositore ingiustamente poco frequentato dai chitarristi, condotta con brio e con sicurezza degni di un grande quartetto"
"Il Fronimo" n. 126
"i fratelli Bonfanti affrontano con la necessaria maturità e con un invidiabile bagaglio tecnico sia le prime che le seconde pagine, mostrando tra l’altro una perfetta padronanza del vocabolario stilistico"
"Anche qui i Bonfanti mostrano ottima intesa nell’attento lavoro di concertazione della raffinata scrittura concertante di Lhoyer, e restituiscono con bravura l’atmosfera sorprendentemente mozartiana di certe pagine del brano."
"Il Giornale di Voghera"
"Esordio di gran classe per l'8° Festival Chitarristico
Cominciamo dalla fine. Immaginate un'unica chitarra con un doppio chitarrista: due teste sovrapposte, due mani sinistre sulla tastiera, due mani destre sulle corde, impegnate in un'elegante e allegra Gagliarda del grande John Dowland. Era l’applauditissimo bis di fine concerto sabato scorso al Casino Sociale, primo evento dell’ottavo Festival Chitarristico “Città di Voghera”.Lo credereste? Già prima di questa gradevole sorpresa - che ha finito con l'entusiasmare un pubblico già conquistato - avevamo l'intenzione di presentare i fratelli Marco e Stefano Bonfanti come un unico chitarrista a due teste e quattro mani, tanto perfetta ci appariva l'intesa tra i due strumenti e i due strumentisti. Veniva da pensare a certi linguaggi elaborati da alcune coppie di gemelli, comprensibili solo a loro, croce e delizia degli studiosi di linguistica.
Marco e Stefano Bonfanti, in realtà sono fratelli, non gemelli. Ma anche con due sedie e due chitarre separate c'è da scommettere che perfino i rispettivi ritmi cardiaci marciano all'unisono. Armonia interpretativa, tecnica tanto sopraffina da farsi dimenticare, passione tanto più commovente (e coinvolgente) quanto più seria e composta, senz'ombra di ostentazione. Vestiti severamente di scuro, impegnati anima, cuore, testa e mani a servizio della musica, sembrava che celebrassero un rito"